Torniamo in compagnia di un grande “camminatore seriale” del nostro territorio, la guida GAE Giacomo Bandini, che ha appena lanciato una nuova serie di trekking, stavolta in Val d’Arda
Nonostante il periodo dell’anno per molti significhi riposo e cercare di prendere meno freddo possibile, per altri è invece un momento perfetto per scoprire nuovi posti e angoli della provincia. Questo vale assolutamente per Giacomo Bandini, giovane guida GAE, che ritorna dopo le prime due serie di escursioni nel 2024 con 8 (più 1) nuovi trekking stavolta dedicati alla Val d’Arda.
La Val d’Arda in 8 trekking (più 1!)
Giacomo è ormai una vecchia conoscenza del nostro blog infatti da tempo lo conosciamo molto bene, prima come uno dei gestori insieme agli altri ragazzi di Collettivo 14 del Rifugio Prato Grande, e poi come giovane guida che in pochi mesi ha già dato vita ad un lunga serie di trekking sul nostro territorio. Ultimi in ordine temporale, e in partenza sabato 7 dicembre, quelle dedicate alla parte a est più estrema della nostra provincia, la Val d’Arda.
Per approfondire meglio questa serie di trekking che arriverà fino a sabato 25 gennaio (ma forse anche più in là, ce lo dirà lo stesso Giacomo) abbiamo direttamente chiesto a lui, con domande e relative risposte che ci portano già a sognare le vette della Val d’Arda!
Giacomo, era da un po’ che non ci sentivamo e di colpo abbiamo visto questa nuova serie di camminate. Comincia a darci un’infarinatura!
Guarda, considera che da Marzo 2024 viaggio su un terreno praticamente vergine per me. Questo è il terzo blocco da 8/10 trekking che propongo e ogni volta è un salto nel vuoto totale. Non sai mai se funzionerà, se piacerà, che meteo ci sarà. Se sarà un successo o un disastro epico, insomma. Se poi ci aggiungi che questa serie sarà in pieno Inverno, puoi considerarlo tranquillamente un azzardo. Ma era un esperimento che volevo e dovevo fare per capire se la cosa può funzionare anche in bassa stagione.
Ci eravamo lasciati a giugno in alta Val Nure e ti ritroviamo in Val d’Arda! Raccontaci la scelta della zona che andrai ad esplorare.
Intanto perché sono di Fiorenzuola e, anche se ho passato le estati tra Val Nure e Val Lardana, la Val d’Arda è pur sempre l’altra mia valle del cuore. L’ho scelta anche perché penso sia poco conosciuta e, quindi, forse un po’ sottovalutata. Mi sembrava in qualche modo di restituirle un po’ di giustizia. E’ una valle molto semplice, ma selvatica e piena di “tesori” nascosti.
Immagino che per mettere insieme una nuova serie di trekking, avrai fatto la tara sulle prime due sessioni tra Val Lardana e sul comprensorio del Monte Ragola. Come erano andate le prime uscite?
Nonostante il meteo, il blocco estivo è stato oltre ogni aspettativa. Abbiamo girato in lungo e in largo tutto il comprensorio intorno al Rifugio insieme a un totale di circa 150 persone. Pensa che solo per la notte di S. Lorenzo con gli Astrofili Piacentini eravamo in 40. Il fatto che sia andata bene mi ha dato la benzina per fare questo esperimento invernale.
Vediamo colori diversi per difficoltà diverse: come hai scelto queste uscite?
Ogni trekking ha un colore diverso in relazione alla difficoltà e alla pericolosità del tracciato. In questo modo l’utente è facilitato nell’individuare il più adatto alle sue capacità fisico/atletiche.
Per preparare questa serie di trekking mi sono basato principalmente su 3 criteri:
- abbassarmi di quota rispetto a quest’estate per evitare temperature troppo rigide;
- diminuire la durata dei trekking per poter rientrare con la luce orientando il percorso a favore del sole;
- cercare di inserire a metà trekking circa, un bivacco o punto di ristoro per consentire ai partecipanti di pranzare e riscaldarsi;
Come sempre ci vuole una domanda scomoda: c’è un trekking che proponi in questa serie, a cui sei particolarmente legato?
Giuro che ho anche provato a pensarci ma no! Nel senso che sono tutti particolari per un motivo. Però sicuramente tengo molto a quelli con gli ospiti perché sono un’occasione per “portare a casa” qualcosa di speciale.
Ne abbiamo già parlato me te lo torniamo a chiedere: come procede l’esperienza a Prato Grande?
Anche qui: in relazione al meteo e all’apertura tardiva e solo out-door, ce la siamo cavata molto bene. In collaborazione col comune siamo ancora in fase di risoluzione dei problemi già noti. L’auspicio è quello di risolvere tutto entro quest’inverno, per avere il tempo di avviare poi un crowdfounding e ristrutturare in tempo per la prossima estate.
Una cosa ci balza all’occhio dalla presentazione, che i collaboratori aumentano! Ce li presenti?
Mi piace sempre coinvolgere qualche “special guest” nelle uscite per impreziosirle approfondendo temi specifici. Quello che posso dare io è un’infarinatura generale, mentre un esperto può dare informazioni più dettagliate. Sono tutti amici, e tutti accumunati da una passione smisurata per il nostro territorio e dal fatto che mi sopportano.
- Alessandro Freschi, Paleontologo presso il Museo Geologico “G. Cortesi” di Castell’Arquato, col quale il 28 dicembre andremo sul Monte Giogo.
- Marco Carzaniga, esperto forestale e di selvicoltura, che il 21 dicembre mi accompagnerà tra i segreti di monte Vidalto.
- Roberto Salini, appenninista, fotografo, autore di “Sentieri Piacentini” su Telelibertá e profondo conoscitore delle nostre valli. Sarà con me il 18 gennaio per il giro dei 3 laghi della Val d’Arda ed il villaggio in miniatura di Abdel il pastore.
- Sergio Valtolla: foto-amatore, escursionista, narratore, ma soprattutto uno dei massimi esperti storici dei nostri monti. Con lui percorreremo il sentiero lungo il lago di Mignano il 25 gennaio.
E’ un lusso per me essere al loro fianco.
Leggiamo che è prevista anche una ciaspolata, questo ci fa chiedere: sei un camminatore più da caldo o da freddo?
Sì, è da un po’ che avevo in testa di organizzarla. A differenza degli altri trekking però, questo sarà a Cassimoreno, in val Lardana. Sempre che nevichi ovviamente… La data infatti verrà fissata nei giorni successivi a un’eventuale nevicata. Per quanto riguarda la domanda, invece, ti rispondo banalmente che camminare è bello tutto l’anno. Ma se proprio devo scegliere preferisco il freddo. Basta camminare per non sentirlo.
In conclusione: come sono stati questi mesi da guida GAE?
Essere una guida mi ha aiutato a comprendere la natura in un modo più profondo, da dentro e dall’alto. Oltre a questo è uno stimolo continuo a cercare posti diversi o dimenticati e ad ampliare il mio bagaglio. Mi dà anche modo di conoscere molte persone validissime e, nel mio piccolo è a tutti gli effetti un mezzo concreto per valorizzare il nostro territorio.
Da un anno sto anche sperimentando su me stesso un nuovo modo di vivere, di concepire il lavoro e la vita. Vivo da solo a 850 metri in un paesino di poco più di 10 abitanti e ti garantisco non è sempre facile. Ma fa parte di un percorso di crescita personale che ho maturato anni fa e che passa, e forse deve proprio passare, anche da questo. Come la montagna: non c’è vetta senza sacrificio.
Tutte le altre news sul mondo delle escursioni, le trovate nella nostra rubrica Camminatori Seriali!