Per Edizioni Officine Gutenberg un nuovo autore, stiamo parlando di Christian Manzini. Le sue poesie con le illustrazioni di Marina Cacchioni
Dopo romanzi e guide, è di nuovo il momento delle poesie per Edizioni Officine Gutenberg. A proporsi alla casa editrice piacentina è stato Christian Manzini con un testo che raccoglie una lunga serie di poesie scritte in un lungo arco temporale, dal 2011 ad oggi e che di conseguenza ripercorre anche un lungo pezzo di vita dell’autore. L’uscita anticipa solo di qualche giorni la prima presentazione ufficiale, quella di domenica pomeriggio, 29 ottobre, presso la Limonaia di Palazzo Ghizzoni Nasalli a Piacenza alle ore 17.30.
Il titolo del libro è L’albero di porcellana e viene vista dallo stesso Manzini come “un insieme di rami che si intrecciano e puntano lontano nonostante siano fragili come la porcellana.”. Un libro che viene frammentato da una lunga serie di disegni, o meglio illustrazioni, di una bravissima artista Marina Cacchioni.
Le poesie di Christian Manzini: rami che si intrecciano alle vite
Christian lo abbiamo conosciuto qualche tempo fa attraverso le sue poesie, e poi di persona, per approfondire questo sua L’albero di porcellana. Lo abbiamo incontrato per qualche domanda e qualche scatto, ed ecco cosa è uscito da questa piccola chiacchierata.
In che modo “si intrecciano come rami” queste poesie?
Le poesie le percepisco come un estensione del mio essere, come fossero rami che si tendono cercando di crescere e nel farlo si intrecciano alle vite degli altri, al loro modo di vedere le cose, al loro mondo interiore. Alla fine io penso che tutti nella propria mente vivano di poesia propria e quando questi mondi entrano in contatto è un esperienza veramente intensa e quasi mai spiegabile a parole.
Questo tuo Albero di porcellana arriva dopo un viaggio lungo oltre 10 anni di scritti. Come hai riunito il tutto?
Viste la mia vasta produzione di poesie avrei dovuto perdere troppo tempo a fare una selezione, quindi mi sono limitato a prendere quelle che, in questo ultimo periodo rileggendole, mi sembravano più affini e inerenti al mio stato d’animo attuale.
Sempre su un discorso temporale: perché questo tuo libro arriva proprio in questo momento?
Dopo tanti anni difficili, complicati e per la prima volta meno attivi dal punto di vista della scrittura rispetto al passato, ho voluto tornare laddove mi sentivo a casa, alle parole e alla carta. Volevo mettere un punto a questi anni trascorsi radunando alcuni dei miei scritti chiudendo simbolicamente una parte della mia vita.
Il tuo scrivere arriva da una sensibilità che tu descrivi come un terzo occhio. Una sensibilità che tu dici “rischia di essere traumatica”. Ci spieghi queste tue parole?
Questo è un argomento che sento abbastanza vivo in effetti. La sensibilità nella nostra società è vista come un peso e sicuramente essere sensibili porta costantemente traumi di natura emotiva visto che ci si scontra con i modelli che la società ci impone. Modelli dove la forza, la superficialità, l’immagine la fanno da padroni come se tutti fossimo davvero in grado di comportarci come nei film o come degli automi. Essere sensibili è una forza tremenda che ci permette di entrare in sintonia con le persone e con gli eventi che ci occorrono, di capire il dolore altrui e acuire il rispetto. Farlo in un mondo dove però è visto come sinonimo di debolezza rischia di traumatizzarci per sempre.
Off Topic: con te si può parlare anche di musica e di esperienze di podcast, vero? cosa ci puoi raccontare su questi altri due lati musicali?
Si diciamo che la musica è sempre stata una parte importante della mia vita, dall’adolescenza fino ad oggi. Ma se prima era solo un ascoltare e farsi trasportare, negli anni è divenuta passione al punto da spingermi a voler avere delle band per poter scrivere i miei testi e urlare alla gente ciò che pensavo e provavo. Attualmente ho due band death metal con cui mi diverto e suono in giro, una è a Piacenza e sono i Ný Mynd, una a Parma ossia i Bölthorn.
Stare su un palco e cercare di portare al pubblico la stessa energia o sensazioni che io provavo da adolescente è la cosa più importante per me. In fondo la musica DEVE essere condivisione e nulla più. Non solo rock però, la voce la uso anche per le poesie, in un podcast che si chiama Quarto di Luna – Poesie recitate.
Ovviamente ti chiederei anche qualche parola su Marina Cacchioni, l’autrice delle illustrazioni che accompagnano le poesie
Marina è una bravissima e gentilissima artista conosciuta online su una di quelle pagine in cui gli artisti in erba possono condividere i loro lavori e, oltre a confrontarsi, trovare anche dei committenti. Il suo stile mi ha rapito immediatamente e le ho chiesto così se voleva collaborare con me. Oltre alle illustrazioni per questo libro, infatti, abbiamo altre collaborazioni in corso e sicuramente il nostro rapporto si sta consolidando e proseguirà. Lei tiene delle classi di disegno e i suoi modi e professionalità, oltre che il suo intuito, sonno davvero degni di nota.