Tra nuove professioni e riscoperta della natura oggi vi parliamo di Francesca Bonello, una “maestra di vita nel bosco”
Il mondo del lavoro è in continua evoluzione, e mai come in questo periodo l’incremento dello smart working, la necessità di reinventarsi, l’emergere di nuove necessità stanno generando una serie di nuove professioni, ma anche evoluzioni naturali di vecchi mestieri o lavori dati dalla combinazione di due o più professioni già esistenti.
Tra i lavori del futuro, indicati da un team di esperti interpellati dalla rivista The Futurist, emergono quelle professioni che hanno ricevuto un’ulteriore spinta dalla situazione di emergenze legata alla pandemia di Covid 19 e rappresenteranno circa il 30% del fabbisogno occupazionale: la rivoluzione digitale e l’eco-sostenibilità.
Ecco ci ci porterà #nelbosco sabato 2 ottobre!
Ed è in quest’ultima sfera che si colloca una nuova professione, quella di Forest Coaching. Abbiamo incontrato Francesca Bonello, Forest Coach piacentina d’adozione, a cui abbiamo chiesto in cosa consiste il suo lavoro.
Immaginiamo che una domanda che ti viene posta spesso sia: cosa significa il termine Forest Coach?
Il mio lavoro è come quello di un allenatore: aiuto le persone durante un breve percorso della loro vita a focalizzarsi su alcuni obiettivi e li accompagno durante il cammino per raggiungerli. Per farlo, utilizzo la natura, non solo nella sua veste di contesto in cui portare le persone, ma anche come una maestra da cui trarre esempi per trovare soluzioni. E’ la natura infatti la vera “coach”: nella sua evoluzione trova continuamente nuove soluzioni, da cui possiamo trarre spunti e insegnamenti utilissimi.
In questo particolare periodo storico i temi ambientali sono spesso al centro del dibattito pubblico, discussi e affrontati anche da parte dei giovani. Il tuo interesse al mondo naturale è nato in tempi recenti oppure ha una storia più profonda?
La natura è stata fin dall’infanzia mia amica e maestra, al centro dei miei interessi, oltre che dei miei studi e del mio percorso professionale
Dopo la laurea in Scienze Ambientali, ho lavorato presso il Ministero dell’Ambiente, svolto alcune consulenze e poi collaborato con l’Università piacentina grazie ad un assegno di ricerca. Nonostante tutte queste belle opportunità che ho avuto, non mi sentivo soddisfatta; mi sembrava che il mio intervento fosse poco incisivo, volevo prendermi cura della natura e sensibilizzare altri a farlo. Ma prima dovevo imparare a prendermi cura di me stessa, della mia natura. Da Padova, passando per altre città e tappe della mia vita, sono arrivata sugli appennini piacentini: da 15 anni vivo a Pecorara, in Val Tidone.
Qui ho svolto attività volontaria di educazione ambientale presso l’istituto scolastico che frequentavano le mie figlie e questo mi ha spronato ad avvicinarmi al mondo del Forest Coaching. Inizialmente ho frequentato il percorso formativo di IES Training con Marcella Danon, la mia prima preziosa maestra (dove IES sta per International Psycology Society), poi mi sono diplomata presso la Nature Coaching Academy di Diana Tedoldi, che ha messo tutta la sua professionalità e grande passione a nostra disposizione con grande generosità e mi ha dato la spinta per intraprendere questa professione.
La mia ultima scoperta è stata la metodologia di facilitazione NatureTherapy di Alessandro Benetti, formatore e coach strepitoso e sorprendente, che tiene i suoi seminari anche a Piozzano (una volta tanto non devo macinare chilometri per fare queste esperienze formative)! Sono passata dal motto “lascia che la natura ti insegni” a “permetti che la natura si prenda cura di te” facendone esperienza proprio sulla mia pelle.
Questi percorsi in natura sono talmente belli, interessanti e apportatori di benessere che io per prima li frequento per ricaricarmi le batterie, aprire i miei orizzonti, coltivare la mia crescita personale, rilassarmi e divertirmi. Ed effettivamente non si finisce mai di imparare, ed è bellissimo incontrare persone affini con la mia stessa sensibilità e un sincero amore per la natura.
Oltre a dove abiti e lavori tu, com’è la situazione nel resto del Paese?
Come forse avrai capito, al momento in Italia ci sono diverse organizzazioni private che propongono percorsi formativi simili, e solo ultimamente si stanno muovendo in tal direzione anche alcuni Enti riconosciuti a livello governativo, come lo CSEN (Centro Sportivo Educativo Nazionale), con il quale ho la fortuna di aver iniziato una collaborazione, e che grazie all’impegno e all’energia di Andrea Mariotti sta mettendo a punto un percorso per formare istruttori nazionali qualificati,
Ne sono veramente felice! frequentare la natura con consapevolezza fa talmente tanto bene (non per niente in questi ultimi anni alcuni psicologi hanno introdotto la definizione di una nuova sindrome (il Deficit di natura) che mi auguro che questa attività sia sempre più diffusa. Da un paio di anni, nonostante le restrizioni per il lockdown ho iniziato a lavorare nell’Oltrepò Pavese e nel piacentino proponendo esperienze di connessione con la natura, i Bagni di Bosco, come primo passo per sperimentare i benefici dell’immersione nel verde.
Di che tipo di esperienze si tratta? Sono in programma anche nel piacentino?
I Bagni di Bosco, conosciuti anche come “Forest Bathing”, sono camminate meditative di gruppo, condotte in silenzio,accompagnate da respiro consapevole, ascolto corporeo e attività di connessione con la natura, per scoprirne il potere terapeutico. Nel piacentino le conduco all’interno del programma di uscite “nelbosco” organizzate dalla cooperativa L’Arco, un calendario che oltre ai bagni di Bosco propone anche escursioni guidate con un mio caro amico, la guida naturalistica Mauro Raja. Le uscite che conduco sono per gruppi di massimo 15 persone, con un minimo di 5 partecipanti.
I giapponesi, che ne hanno studiato per primi gli effetti psico-fisici sull’organismo umano, li chiamano Shinrin-yoku, letteralmente “inspirare l’atmosfera del bosco”: un’esperienza di benessere, che apporta vitalità ed energia ed aiuta ad alleggerire mente e corpo, agendo in positivo anche su sistema immunitario, pressione sanguigna, e aiutando a combattere ad esempio ansia, depressione e problemi legati al sonno. Sempre in Giappone, i Bagni di Bosco sono infatti oggetto di una vera e propria iniziativa di politica sanitaria e sociale rivolta ai cittadini, oltre che prescritti dai medici, soprattutto a chi vive situazioni di forte stress.
Quali sono le prossime uscite sul nostro territorio?
Ogni stagione è bellissima in natura: ora, nel periodo autunnale, possiamo assistere alla magia dei cambiamenti cromatici. La prima uscita di ottobre sarà al Monte Mosso, tra Val Tidone e Val Trebbia, sabato 2 ottobre, dalle 9.30 alle 17. Sabato 9 ottobre saremo sempre nella stessa zona, questa volta al Monte Lazzaro, mentre domenica 17 ottobre ci spostiamo in Val Tidone, al Monte Ciarello. In chiusura, sabato 30 ottobre proponiamo il Bagno di Bosco in Val Trebbia, al Monte Groppo.
Per i dettagli delle giornate, è possibile chiamarmi al 329.1648104; per info e iscrizioni, si può scrivere a nelbosco@arcopiacenza.it e consultare il sito dell’Arco a questo link: http://www.arcopiacenza.it/news/nelbosco-escursioni-guidate-e-forest-bathing, in cui si trovano i dettagli e il link al modulo online per l’iscrizione. L’iniziativa è svolta in collaborazione con Camminate Piacentine di Officine Gutenberg e Colli Piacentini.
Vi ricordiamo che ogni escursione #nelbosco è collegata ad una delle nostre Camminate Piacentine, e quella di sabato 2 ottobre è legata alla nostra Raccolta Estate.