Torniamo nel mondo del trekking per incontrare un nuovo, grande, camminatore di Piacenza e provincia
La prima intervista del 2022 per la nostra rubrica è con un grande amante dei sentieri della nostra provincia ma non solo. Infatti Giovanni Sgorbati, che in molti conosceranno per le sue doti artistiche e musicali che esprime sul palco, non è solo un “camminatore seriale” ma anche una persona che ama sperimentare nuovi approcci alla natura legati al mondo del trekking.
Tra tecniche di respiro e nuovi modi di vivere la natura: ecco cosa ci ha raccontato Giovanni Sgorbati
Nelle nostre interviste abbiamo già conosciuto tante storie e scoperto luoghi attraverso le parole di chi macina chilometri per passione tra valli e pendii. Oggi però andiamo un filino più in là perché oltre a quello che di solito ci viene raccontato, Giovanni ci ha parlato di nuovi approcci nell’esplorazione della natura. Tecniche molto “wild”, molto oltre il semplice trekking, che ci hanno lasciato anche a bocca aperta.
Giovanni, sappiamo, e scopriremo più avanti, che la tua vita outdoor è molte cose insieme, però possiamo dire assolutamente che tu sei un “camminatore seriale”! Raccontaci la tua passione.
Come hai detto giustamente tu, per me camminare significa tante cose, non è solo mettere un piede davanti all’altro, ma è scoprire posti nuovi ed esplorarli con la stessa curiosità di un bambino. L’uomo cammina da sempre, è il modo più semplice minimale e istintivo che ha per relazionarsi e conoscere il territorio. Vivo infatti ogni camminata come una piccola avventura che mi permette di conoscere in modo profondo l’ambiente che mi circonda.
Noi siamo gli editori di Camminate Piacentine e di conseguenza, grazie al nostro Achille Menzani, conosciamo molte strade e sentieri per gli amanti del trekking. Per te quali sono le zone che conosci e che ami di più della nostra provincia?
Devo contraddire Hemingway, è la Val Luretta la valle più bella del mondo! Ahah! A parte gli scherzi, penso che la Val Luretta offra paesaggi molto belli e ancora poco battuti. È qui dove ho fatto le mie prime “avventure” da bambino ed è per questo che ha un posto speciale nel mio cuore.
Un altro luogo che ho nel cuore è la Val Boreca, così incontaminata e selvaggia che sembra che il tempo si sia fermato a quando l’impatto dell’uomo sul territorio era minimo e marginale. Quando sono lì mi sento in profonda connessione con me stesso e con l’ambiente che mi circonda. Siamo abituati a vedere l’uomo come un elemento distaccato dalla natura e a volte ci dimentichiamo di essere noi la natura stessa.
Noi siamo partiti subito molto forte con le domande ma abbiamo dato per scontato che in tanti ti conoscono. Questo perché ti abbiamo visto su tanti palchi. Vuoi dirci qualcosa su di te sul lato professionale?
La musica come la Natura è una costante che mi accompagna da quando sono nato, è un’altra cosa che mi fa sentire vivo e mi da la sensazione di vivere a pieno il momento presente. Pur suonando uno strumento abbastanza inusuale (il trombone) negli anni ho avuto la fortuna di togliermi numerose soddisfazioni suonando in diverse band e spaziando tra i generi, dalla cover band pop a gruppi ska e reggae.
Da qualche anno faccio parte degli Skassapunka, una band Ska Punk di Milano con la quale abbiamo la fortuna di portare la nostra musica non solo in Italia ma anche all’estero. Purtroppo suonando principalmente all’estero quest’ultimo periodo è stato un po’ complicato, ma siamo comunque riusciti a far uscire un album (Revolutionary Roots) e notizia di oggi, stiamo lavorando ad un pezzo con i Modena City Ramblers che ci auguriamo verrà un bel lavoro!
Oltre alla musica tu, con la natura, ci lavori proprio oltre al viverla per passione, infatti sappiamo di bellissimi video dall’alto…
Ho sempre voluto trovare un modo per trasmettere a tutti la bellezza e le emozioni che si provano in natura, come per esempio stare sulla vetta di una montagna o trovarsi in un immenso spazio aperto, per questo motivo grazie all’utilizzo del drone da qualche tempo ho iniziato a creare video che cercano di raccontare il più possibile queste cose. È un’attività che richiede un po’ di tempo specialmente nel montaggio, ma mi piace tantissimo!
Come abbiamo anticipato all’inizio, le camminate e il trekking sono solo una parte delle tue avventure off road. Ad esempio il bushcraft! Ci racconti di cosa si tratta e della tua esperienza?
Il Bushcraft è l’arte di utilizzare ciò che si trova intorno a noi in natura per vivere/sopravvivere. Come ad esempio accendere un fuoco, costruirsi un riparo etc. utilizzando quasi esclusivamente quello che la natura offre. Qui devo dire che l’incontro con Francesco Magistrali (Esploratore Piacentino – Beyond Exploration) è stato determinante, lui è un esperto conoscitore di queste tecniche e insieme a lui e ad un altro mio compagno di escursioni Paolo Cignatta andiamo in cerca di avventure in pieno stile Bushcraft.
In particolare ci concentriamo sulla cottura del cibo con metodi primitivi e minimalisti, Ad esempio ultimamente abbiamo costruito un affumicatoio con materiali reperiti nel bosco e abbiamo prodotto ottima carne affumicata! Inoltre Francesco essendo un esperto di Sud America mi ha introdotto all’utilizzo dell’amaca nei boschi che devo dire essere molto più funzionale della tenda, anche in inverno! Provare per credere!
Prima abbiamo parlato dei luoghi nella nostra provincia, però tu conosci anche le lunghe distanze. Ad esempio: ci racconti il viaggio al mare dello scorso anno?
Ho sempre avuto un’attrazione per il mare. Fin da piccolo l’idea di partire a piedi da casa per raggiungere un posto così paesaggisticamente diverso mi affascinava. Tre o quattro anni fa io e la mia compagna abbiamo iniziato a parlarne fino a che ci siamo ritrovati una mattina con zaino in spalla, cane al guinzaglio (con relativo suo zaino per portare il proprio cibo) sulla salita che porta a Costa del Grillo, la prima tappa del percorso.
E’ stata un esperienza incredibile, piena di intoppi e imprevisti, come ad esempio scoprire alle 10 di sera al buio sotto la pioggia di aver portato il bruciatore per il fornelletto sbagliato e quindi ritrovarsi senza la possibilità di cuocere il cibo che si è faticosamente portato sulle spalle. Nonostante gli imprevisti, sono stati 7 giorni stupendi: il tramonto sul Monte Antola, il trovarsi una mucca davanti alla tenda di notte e la solidarietà delle persone nei confronti di due camminatori sfiniti con un cane al seguito hanno decisamente ripagato lo sforzo. Il bagno in mare fatto a Sori è stato oltre che utile (ahaha) molto emozionante, ci ha dato una sensazione che ricorderemo per tutta la vita.
Tornando a cose più “particolari”, sappiamo che cammini anche a piedi nudi! Da cosa nasce questa cosa e che filosofia c’è alle spalle?
Ahaha si! Ammetto di essere guardato in modo un pò strano ogni tanto, ma è una cosa in cui credo fortemente. La scintilla mi è scattata leggendo un libro qualche anno fa, in cui si diceva che l’uomo è nato per correre e perlopiù a piedi nudi. Infatti se ci pensi noi abbiamo corso a piedi nudi per centinaia di migliaia di anni, le scarpe, specialmente quella da ginnastica sono solo un’invenzione di pochi anni fa e non sono purtroppo pensate per permettere al piede di svolgere le funzioni per le quali è progettato, tendono infatti a essere molto rigide e bloccare il piede come in una sorta di ingessatura.
Infatti come diceva Leonardo il piede è un capolavoro di ingegneria e ha già tutto quello che serve. È noto infatti come popolazioni che ancora oggi si muovono a piedi nudi non abbiano nessun problema postura e infortuni derivanti dalla corsa. Per questo e tanti altri motivi quando posso cammino a piedi nudi oppure utilizzo calzature minimali che simulano la camminata a piedi nudi. I benefici sono molteplici e si aprirebbe un mondo a parlarne, ma consiglio a chi è interessato di approfondire l’argomento.
In ultimo, mi rifaccio alle tue capacità musicali, quelle legate al trombone. E mi riferisco alla gestione del respiro. Di cosa si tratta?
Il trombone è uno strumento che richiede grandi quantità di aria, quindi nel tempo ho frequentato numerosi corsi per migliorare la respirazione. Approfondendo questo aspetto ho capito che in realtà una buona respirazione non è solo la base di un buon suono ma anche la base per una buona salute psico-fisica. Ho quindi intrapreso alcuni percorsi che ad oggi mi permettono di aiutare le persone a gestire lo stress e sciogliere le tensioni del corpo attraverso una respirazione consapevole, oppure con tecniche più avanzate migliorare la performance musicale.
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