Le parole degli scrittori che nel 2015 hanno sfornato una delle nostre uscite più premiate: Piacenza Misteriosa
Una delle pubblicazioni più apprezzate della nostra casa editrice ha spento da poco le sue prime sei candeline. Stiamo parlando di Piacenza Misteriosa, uscito nell’aprile del 2015, e che rimane uno dei libri più apprezzati dai nostri lettori, tanto da arrivare alla terza ristampa nel 2020.
Al centro di questo libro c’è stato il lavoro di scrittori che allo stesso tempo sono anche tre amici: Barbara Tagliaferri, Gabriele Dadati e Paola Cerri; è dalle loro mani che è uscito “Piacenza misteriosa” e ovviamente è a loro a cui abbiamo subito pensato per tornare a parlare del libro.
Tre penne per Piacenza Misteriosa: Barbara, Gabriele e Paola.
Per celebrare questa ricorrenza abbiamo pensato ad una intervista tripla: una domanda a testa e poi una finale multipla. Ecco cosa ci hanno detto i 3 autori su questo libro a 6 anni dall’uscita.
Gabriele: sono passati 6 anni dal lancio di questa edizione: come era nata l’idea di questo libro?
Paola, Barbara e io abbiamo in comune molte cose che sostanziano la nostra amicizia. Due, in particolare, hanno giocato un ruolo determinante: da un lato l’amore per la scrittura e dall’altro quello per il territorio in cui siamo nati e cresciuti, a partire dalla città ma comprendendo anche le sue valli. E siccome la scrittura è un’ottima bussola per muoversi nello spazio, e un’amicizia è un buon luogo dove sedersi a elaborare contenuti, ci siamo chiesti come poterla utilizzare in maniera diversa dal solito. Come “far vedere” in maniera diversa dal solito. E così siamo passati attraverso la lente dei misteri. Il nostro territorio è l’ideale: ha così tante fortificazioni, ville, costruzioni militari… Ognuno con le sue leggende. Credo che l’idea iniziale sia stata mia. Ma il fatto che non ne sia sicuro indica come, fin dall’inizio, sia stata condivisa con entusiasmo.
Ora a te Paola: in mezzo alle tante storie, ce n’è una che ha colpito più delle altre?
Sono più di uno gli enigmi che hanno suscitato interesse, dai presunti reclusi nella gabbia sul campanile del Duomo, agli eventi prodigiosi che hanno accompagnato il rinvenimento delle ossa di Antonino, santo patrono di Piacenza, al ramarro di pietra che possiamo vedere sulla punta di diamante accanto all’ingresso del Palazzo delle Poste. Ma il mistero che ha destato maggiore curiosità, e anche una bella dose di sorpresa, è quello legato alla piramide della Val Chiarone. Sissignori: una piramide! O meglio: un grosso monolite dalla forma inequivocabile, che giace tra campi e vigneti. Forse un oggetto di culto per le religioni pagane preromane, utilizzato durante i riti iniziatici. Una vera chicca, dunque.
Piacenza Misteriosa da poco è arrivato ad una nuova ristampa: Barbara, come spiegare il riscontro che ha avuto in questi anni?
Posto che il calore e la curiosità con cui è stato e viene sempre accolto “Piacenza Misteriosa” a noi fa molto piacere, siamo sicuri che è perché in fondo i piacentini, e tutti coloro che trascorrono un po’ o molto tempo nella nostra provincia, per vacanze, divertimento, per il paesaggio, l’arte, il cibo, le persone o qualunque altro motivo, hanno lo stesso affetto e la stessa curiosità ai quali abbiamo attinto noi per scrivere: il nostro territorio è sempre pronto a raccontare qualcosa, e le persone ascoltano e leggono volentieri. Circa un anno e mezzo fa, in occasione del Festival “Profondo Giallo” (organizzato da Officine Gutenberg e altre Associazioni per il Comune di Piacenza) abbiamo organizzato la prima “Passeggiata misteriosa” per le vie di Piacenza, raccontando alcuni dei misteri presenti nel testo. Era una piovosissima, fredda e umida giornata di novembre, di quelle che noi piacentini conosciamo benissimo, e sinceramente avevamo temuto che non si presentasse nessuno. Invece c’erano tante persone, che hanno camminato con noi sotto la pioggia da Palazzo Farnese a Palazzo Gotico, e poi passando per via Sant’Antonino e via Chiapponi a piazza Duomo, proprio per parlare e sentirsi raccontare alcuni di questi misteri. E poi diciamolo: il titolo del libro è molto “accattivante”.
Ovviamente non si può non chiedere: ci sono altri misteri piacentini da esplorare e magari anche da scrivere?
Gabriele: Esisterà, da qualche parte, il luogo o i luoghi in cui per quasi 23 anni è stato nascosto “Ritratto di signora” di Gustav Klimt! Ecco, se mai si potesse saperne di più, sarebbe proprio bello poter fare un’aggiunta alla nostra guida.
Paola: La nostra splendida basilica di Santa Maria di Campagna è stata sede di potenti esorcismi: l’argomento offre senz’altro materia per un’indagine più approfondita all’interno degli eventi misteriosi, a dir poco inquietanti, che li hanno accompagnati. C’è però un po’ di riluttanza: abbiamo trattato con disinvoltura di streghe e di fantasmi, ma parlare del Diavolo in persona… non è impresa da poco.
Barbara: Sicuramente partendo da uno qualunque dei misteri che abbiamo raccontato se ne potrebbe trovare un altro. Credo che basti una visita a Santa Maria di Campagna, o al Duomo o a San Sisto, tanto per fare un paio di esempi rimanendo solo in città, per trovare un’altra “pista” interessante… per non parlare dei castelli: sono convinta che ci siano più fantasmi di quelli di cui abbiamo raccontato… ma siccome mi fanno paura, preferisco lasciarli stare. Seriamente, credo che ci siano tante chiese bellissime, in tutta la Provincia, a partire dai cui archivi si potrebbero trovare storie inimmaginabili.